Stop Tratta, contro ogni forma di schiavitù

Milioni di esseri umani ridotti in schiavitù e condotti lontano dal proprio Paese in catene. Il 25 marzo, si celebra la Giornata Internazionale della commemorazione delle vittime della schiavitù e della tratta transatlantica degli schiavi. Una ferita che non va dimenticata.

Non va dimenticato il terribile commercio triangolare e la sua logica secondo cui gli esseri umani si possano comprare con prodotti commerciali, per poi essere schiavizzati, vessati e sfruttati. In Senegal, l’Ile de Goree, e la sua Maison des esclave, ricorda a chiunque quante persone hanno trascorso i loro ultimi metri in Africa con le catene ai piedi, prima di essere imbarcati su una nave che li conduceva schiavi verso l’America.

La tratta degli schiavi non va dimenticata per non cadere nel tranello di pensare che sia finita. Perché la tratta, in forme diverse, è ancora una realtà.

UNA NUOVA SCHIAVITÙ: LA TRATTA DI ESSERI UMANI

Sono schiave quelle donne che, ingannate dai trafficanti di esseri umani, partono dai propri Paesi di origine per poi essere costrette a prostituirsi in Europa. Sono schiavi, allo stesso modo, quei giovani che lasciano la propria terra credendo alle bugie di trafficanti senza scrupoli, che li conducono attraverso rotte che, purtroppo, spesso portano alla morte.

IL LAVORO DI STOP TRATTA

È per questo motivo che Missioni Don Bosco e VIS vogliono ribadire il loro impegno per la campagna Stop Tratta – Qui si tratta di esseri umani. Questa terribile schiavitù va combattuta e lo si può fare con la prevenzione.

Stop Tratta lavora in Senegal, Ghana, Nigeria, Costa D’Avorio ed Etiopia per smascherare gli inganni dei trafficanti, raccontando ai giovani la verità. E, allo stesso tempo, costruisce delle alternative, attraverso progetti di sviluppo che possano aiutare i potenziali migranti a scegliere di costruire il proprio futuro a casa.

La schiavitù non è finita. E va combattuta, sempre.

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