Schema accoglienza immigrati

Dopo i primi accertamenti medici, le eventuali cure, pasti caldi e vestiti puliti, le persone ricevono una prima informativa sulla normativa in materia di immigrazione e asilo, compilano dei moduli, vengono identificati, fotosegnalati, controllati e suddivisi tra richiedenti asilo, mi- nori stranieri non accompagnati e coloro che hanno una posizione irregolare (i cd. migranti economici). Teoricamente tutto ciò dovrebbe avvenire nell’arco delle 48 ore.
Gli irregolari vengono inviati presso i CIE, centri di identificazione ed espulsione 1, vere e proprie strutture di trattenimento nei confronti degli stranieri destinati all’espulsione, che non consentono di uscire senza permesso o il ricevere visite di terze persone. Teoricamente la durata del trattenimento non dovrebbe superare i 12 mesi.
I migranti con probabile diritto di protezione internazionale (richiedenti asilo) vengono ospitati nei cd. “hub regionali” o “hub aperti”, in attesa dell’udienza per il riconoscimento o meno della domanda d’asilo. Qui i richiedenti asilo dovrebbero rimanere tra i 7 e i 30 giorni. Al termine di questo periodo i migranti dovrebbero essere inseriti negli SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), che sono invece strutture di seconda accoglienza. Le strutture SPRAR sono gestite da associazioni in collaborazione con i comuni e, a differenza degli hub regionali, garantiscono percorsi individuali di integrazione: corsi di italiano, formazione professionale, ecc...
La commissione territoriale, che decide la sorte dei richiedenti asilo, dovrebbe farlo entro 180 giorni dalla loro richiesta. In realtà i tempi pos- sono essere anche più lunghi. Alle persone che viene riconosciuto lo status di rifugiato viene rilasciato il permesso di soggiorno per asilo politico della durata di 5 anni (rinnovabile) che consente di accedere allo studio, al lavoro, al servizio sanitario nazionale, alle prestazioni Inps nonché alla domanda di permesso UE per soggiornanti di lungo periodo. Invece, per i minori stranieri non accompagnati, una volta identificati allo sbarco, vengono presi in carico dai servizi sociali del comune in cui approdano.

Sarà l’ente locale a collocare il minore in luogo sicuro a seconda di quanto offre il territorio: i minori possono essere inseriti in centri di prima accoglienza, comunità alloggio, famiglie d’affido. Il passo successivo è la nomina del tutore da parte del Tribunale dei minori, a cui segue o la richiesta di un permesso per minore età o la richiesta d’asilo. Comunque sia entro 60-90 giorni, dovrebbe essere trasferito in una comunità di seconda accoglienza o SPRAR minori ove sarà seguito in un percorso di formazione e integrazione che potrà portarlo al raggiungimento dell’autonomia e quindi all’uscita dal sistema di accoglienza.

1 Oggi chiamati “hub chiusi”

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