Cosa sta succedendo nei Balcani: 5 cose da sapere

I Balcani sono diventati, negli ultimi mesi, un centro nevralgico dell’immigrazione verso l’Europa. Un ruolo importante, in questo senso, l’ha avuto la situazione in Siria, che ha spinto sempre più persone a lasciare il proprio Paese, affrontando il viaggio verso il Vecchio Continente.

Cerchiamo di fare un punto e di capire qual è, attualmente, la situazione nei Balcani.

IL TRAGITTO DEI MIGRANTI: LA ROTTA BALCANICA

La prima cosa da sapere riguarda il tragitto affrontato dai migranti. L’ormai nota rotta balcanica passa via mare dalla Turchia alla Grecia, per poi proseguire via terra attraverso la Macedonia, la Serbia e l’Ungheria. È utilizzata da persone provenienti da Siria, Afghanistan e Iraq, ma anche da Marocco, Bangladesh, Sri Lanka, Algeria, Congo e Pakistan.

I NUMERI: 746MILA MIGRANTI IN GRECIA NEL 2015

Ciò che ha portato la situazione nei Balcani agli onori delle cronache è stato l’alto numero di arrivi registrato nel 2015. Basti pensare che, nell’ultimo anno, sono state 746.714 le persone sbarcate in Grecia (numeri Unhcr al 3 dicembre 2015).

LA SOLUZIONE (?): BLOCCARE I CONFINI

Un’emergenza che ha spinto i Paesi dei Balcani a cercare una soluzione, spesso non condivisa. Nelle ultime settimane, la situazione è precipitata dopo la decisione da parte della Macedonia di costruire una vera e propria barriera al suo confine con la Grecia, nel tentativo di ridurre il numero di migranti e rifugiati che vogliono arrivare in Europa del nord attraverso il suo territorio e lungo l’ormai nota rotta balcanica. Una decisione che ricalca quelle già prese da Serbia e Croazia, che hanno ristretto l’ingresso ai soli migranti provenienti da Afghanistan, Siria e Iraq.

BOCCHE CUCITE PER PROTESTA

Una soluzione che ha scatenato le proteste dei migranti. Alcuni di loro, la scorsa settimana, si sono cuciti la bocca in segno di protesta contro la decisione di bloccarli ai confini, senza dar loro la possibilità di proseguire il viaggio verso l’Europa.

L’ACCORDO DELL’UNIONE EUROPEA CON LA TURCHIA

L’ultima decisione, in ordine di tempo, riguarda l’accordo dell’Unione Europea con la Turchia. L’Ue fornirà al Governo di Ankara 3 miliardi di euro per gestire l’emergenza migratoria. Un modo, secondo il presidente di Missioni Don Bosco Giampietro Pettenon e il numero uno del VIS Nico Lotta, “per tenere i rifugiati in Turchia, in un accordo che ricorda quello con la Libia di Gheddafi”. 

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