Costruire muri favorisce i traffici criminali, anche la tratta di migranti

"Basta con gli egoismi, davanti ai migranti, ai profughi la chiusura non è una soluzione, anzi, finisce per favorire i traffici criminali. L'unica via di soluzione è quella della solidarietà col forestiero". Questo l’appello che Papa Francesco ha lanciato nell’udienza generale di mercoledì scorso, suonato come un atto di accusa nei confronti di ciò che poche ore prima era successo a Goro.

Le barricate innalzate dagli abitanti della cittadina per impedire l’arrivo di donne e bambini arrivati dall'Africa fuggendo guerra e violenze, hanno suscitato molto clamore e sdegno da parte delle istituzioni. La realtà è che nelle ultime settimane si è inasprita la protesta contro l’arrivo dei profughi, dislocati nei piani di sitribuzione per affrontare l’emergenza.

Una protesta, a tratti violenta, che vede come protagonisti cittadini come tanti. Fenomeni molto simili ci sono stati anche dalla Costa Azzurra alla Loira dove i cugini d’Oltralpe si sono scagliati contro le decisioni dell’Eliseo.

 

LA GORO FRANCESE, COSA CI STA SUCCEDENDO?

Fatti deprecabili e razzisti che mal si celano dietro un malcontento generale, che trova la sua valvola di sfogo nell’arrivo di migranti, come se questo fosse il problema principale del Paese.

Per prima cosa è bene ricordare che nel 2015 oltre 65 milioni di persone nel mondo sono state costrette alla fuga. Di queste, solo il 6% ha affrontato il viaggio per l’Europa, l’86% resta nelle regioni più povere del pianeta.

La maggior parte di loro fugge da guerre, persecuzioni e violenza. Come si può chiedere ad una famiglia di rimanere nella propria città bombardata? Come si può dire ad una donna incinta di non scappare, quando viene perseguitata perché incinta? Come si può chiedere ad un padre che non riesce a dar da mangiare ai propri bambini, di non partire? Come si può chiedere ad ognuno di loro di non cercare di costruire per sé e per i propri cari un futuro?

barricate goro

Sicuramente, come ha dichiarato Papa Bergoglio: "Oggi il contesto di crisi economica favorisce purtroppo l'emergere di atteggiamenti di chiusura e di non accoglienza. In alcune parti del mondo sorgono muri e barriere. Sembra a volte che l'opera silenziosa di molti uomini e donne che, in diversi modi, si prodigano per aiutare e assistere i profughi e i migranti sia oscurata dal rumore di altri che danno voce a un istintivo egoismo. L'impegno dei cristiani in questo campo è urgente oggi come in passato. Tutti siamo chiamati ad accogliere i fratelli e le sorelle che fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla violenza e da condizioni di vita disumane. Tutti insieme siamo una grande forza di sostegno per quanti hanno perso patria, famiglia, lavoro e dignità".

 

NON RESTARE INDIFFERENTE!

Non si può rimanere indifferenti di fronte a ciò che ci succede intorno. Le Istituzioni sono chiamate a non girarsi dall’altra parte o agire solo per tamponare situazioni di emergenza. Occorre un piano programmatico e concertato per “restituire la dignità a chi l’ha perduta”. Non è dunque costruendo muri o innalzando barricate che si riuscirà ad impedire ai migranti di giungere sulle coste europee. Il primo risultato che si otterrà, sarà solo quello di rafforzare le reti criminali ed aumentare il numero di vittime di tratta di esseri umani. 

Oltre a chi versa in situazioni di povertà materiale, il Papa indica anche "le donne vittime della tratta gettate sulle strade e gli altri, troppi modi di usare il corpo umano come merce, persino dei minori. E così pure non avere un lavoro, una casa, un salario giusto, o essere discriminati per la razza o per la fede: sono tutte forme di 'nudità', di fronte alle quali come cristiani siamo chiamati ad essere attenti, vigilanti e pronti ad agire". 

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