Un workshop sulle greenhouse in Ghana

Si è svolto nella giornata del 23 Agosto un workshop riguardante le greenhouse presso il Don Bosco Technical Institute di Sunyani. Tale workshop ha lanciato la nuova campagna stoptratta in Brong Ahafo Region ed è stato sponsorizzato dal progetto “ Co-partners in development” co-finanziato dall’Unione Europea.

Lo scopo è stato mettere attorno ad un tavolo vari attori che lavorano nel campo dell’agricoltura e dell’ingegneria applicata per studiare approfonditamente la tecnologia e la metodologia di coltivazione in serra con l’intento di abbaterne i costi ed identificare un nuovo tipo di greenhouse che possa essere usufruibile dalle fasce contadine più povere.

I Salesiani di Don Bosco insieme al VIS hanno organizzato e promosso l’evento, inoltre erano presenti l’UENR University of Environment and Natural Ressources di Sunyani, la società Dizengoff che produce serre solari, il Catholic University College of Ghana ed il Ministry of Forestry and Agriculture. Il workshop è stato condotto da Mr. Samuel Abbey della Dizengoff che ha facilitato la discussione.

Si sono individuate tre aree principali su cui lavorare per abbattere i costi della greenhouse: la struttura, il sistema di raffreddamento e il terriccio per la coltivazione. La struttura è il costo più elevato perché ancora dipende da materiali importati come il telo che ricopre la greenhouse stessa, gli ingegneri presenti hanno promesso di studiare una soluzione con materiali reperibili in Ghana, così da abbattere i costi d’importazione.

Una proposta venuta dall’associazione italiana LOAD per eliminare il costoso sistema d’areazione a ventole solari, è stata i creare delle prese d’aria ipogee per immettere nella greenhouse aria fresca del sottosuolo. Infine per evitare per ogni coltivo l’acquisto del compost organico, si è pensato di utilizzare processi per sterilizzare il terreno autoctono per eliminare i batteri nocivi che attaccano alcuni tipi di piante come il pomodoro.

Il workshop è stato utile per comprendere a fondo ognuna di queste possibili soluzioni. La strada è ancora lunga ma vogliamo assolutamente trovare la quadra del cerchio, in modo da sviluppare una greenhouse dal costo contenuto ed accessibile ai contadini più poveri, ai giovani vulnerabili ed ai migranti di ritorno che vorranno intraprendere un’agricoltura organica tramite questa nuova tecnologia. Un’agricoltura sostenibile che possa essere una reale fonte di reddito per migliorare il proprio stile di vita nel rispetto della natura. Una concreta opzione per chi vuole rimanere nella Brong Ahafo Region, viverci e goderne i suoi frutti.

Giampaolo Gullotta

VIS Regional Project Manager – West Africa and Caribbean

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