Papa Francesco: "A Lesbo ho visto il dolore di tante famiglie e bambini"

"Ho visto tanto dolore". Questo uno dei passaggi più emozionanti dell'Angelus di Papa Francesco di domenica 17 aprile, durante il quale il Pontefice ha raccontato le sensazioni della sua visita di sabato 16 a Lesbo, l'isola diventata simbolo dell'ultima ondata di immigrazione in Europa.

“Abbiamo visitato uno dei campi dei rifugiati - ha detto Bergoglio -. Provenivano dall’Iraq, dall’Afghanistan, dalla Siria, dall’Africa, da tanti Paesi. Abbiamo salutato circa 300 di questi profughi, uno ad uno. Tutti e tre: il Patriarca Bartolomeo, l’arcivescovo Ieronymos ed io. Tanti di loro erano bambini; alcuni di loro – di questi bambini – hanno assistito alla morte dei genitori e dei compagni; alcuni di loro morti annegati in mare. Ho visto davvero tanto dolore”.

Papa Francesco ha poi parlato di una storia che ha ascoltato a Lesbo. “Voglio raccontare un caso particolare di un uomo giovane, non ha 40 anni. Lo ho incontrato sabato con i suoi due figli. Lui è musulmano e mi ha raccontato che era sposato con una ragazza cristiana, si amavano e si rispettavano a vicenda; ma purtroppo questa ragazza è stata sgozzata dai terroristi, perché non ha voluto negare Cristo ed abbandonare la sua fede. È una martire! E quell’uomo piangeva tanto”.

Dalla sua visita a Lesbo, Papa Francesco ha portato con sé 12 profughi, che saranno ospitati a Roma dalla Comunità di Sant'Egidio. L’iniziativa del Pontefice è stata realizzata tramite una trattativa della Segreteria di Stato con le autorità greche e italiane. Si tratta di tre famiglie di fede musulmana. Due vengono da Damasco, una da Deir Azzor, nei territori occupati da Daesh. Le loro case sono state bombardate. L’accoglienza e il mantenimento delle tre famiglie saranno a carico del Vaticano.

"PERDONATECI, TROPPE VOLTE NON VI ABBIAMO ACCOLTI"

Nella mattinata di oggi, 19 aprile, il Papa è intervenuto con un videomessaggio durante le celebrazioni per il 35/o anniversario della fondazione del Centro Astalli."Troppe volte non vi abbiamo accolto! Perdonate la chiusura e l'indifferenza delle nostre società che temono il cambiamento causato dalla vostra presenza - ha detto il Pontefice -. Siete la testimonianza di come il nostro Dio clemente e misericordioso sa trasformare il male e l'ingiustizia di cui soffrite in un bene per tutti. Perchè ognuno di voi può essere un ponte che unisce popoli lontani, che rende possibile l'incontro tra culture e religioni diverse, una via per riscoprire la nostra comune umanità".

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