Migranti, rifugiati, richiedenti asilo: un dibattito aperto!

7 giugno 2017, ore 9, un’altra giornata di in questo periodo un po’ ovattato di Ramadan sta iniziando, i ragazzi iniziano ad avvicinarsi timidamente alla sala dove oggi, al centro socio educativo salesiano di Dakar, si svolgerà una conferenza sul tema della migrazione: le opportunità esistenti, della legislazione legata alla migrazione regolare e la politica in atto sulla migrazione in Senegal. 

Père Juan Carlos direttore del Ker Don Bosco apre la mattinata con un benvenuto ai partecipanti che racconta della capacità di Don Bosco di accogliere i più emarginati, i più giovani ma anche dei migranti, i giovani che dalle campagne circostanti la citta di Torino cercavano lavoro e un avvenire migliore per loro stessi e per le proprie famiglie. Accanto a Juan Carlos, il direttore dell’ufficio PARI (Point d’Accueil pour Refuges et Immigres - Punto di accoglienza per i rifugiati e gli immigrati) organizzatore insieme a VIS e Salesiani, apre l’atelier con un ricordo dei molti ragazzi che hanno perso la vita nel deserto e nel mare, alle tante famiglie che aspettano notizie dei propri figli o piangono la perdita di un giovane speranzoso. L’assemblea dedica un minuto di silenzio a questi giovani amici, fratelli, figli che hanno tentato la traversata ma purtroppo il loro destino non è stato quello di approdare sulle coste europee.

Successivamente il direttore ha snocciolato qualche numero: il Senegal accoglie 14.392 rifugiati dei quali l’87.9% proviene dalla Mauritania. Negli anni sono avvenuti molti rimpatri volontari ma molti altri si sono installati nelle zone rurali vicino alle rive del fiume Senegal. Le richieste d’asilo sono attualmente 3119 ma il processo per l’ottenimento dello statuto di rifugiato è molto lungo, in alcuni casi può durare anche due anni. La rappresentante del Ministero degli Affari Esteri, della Direzione Generale dei Senegalesi all’Estero offre all’assemblea un dato fondamentale che sarà poi anche tema di discussione: 1000 miliardi di franchi vengono annualmente reimmessi nell’economia senegalese provenienti dalle rimesse che i senegalesi all’estero inviano nel proprio paese, quasi il 30% del budget dello Stato approvato per l’anno 2017.

Per meglio approfondire i temi della mattinata, i partecipanti, divisi in due gruppi, hanno potuto ascoltare il contributo di diversi enti presenti: OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), la Direzione Generale dei Senegalesi all’Estero e UNHCR che hanno discusso della migrazione in Senegal, dei migranti di ritorno oltre che della politica e della legislazione in atto. VIS, PARI e il Collettivo di Donne che Lottano contro l’Emigrazione Irregolare in Senegal hanno presentato le attività concrete che vengono svolte per creare opportunità per i migranti, i migranti di ritorno e i rifugiati: in termini di formazione, supporto e sensibilizzazione, oltre che plaidoyer verso le autorità pubbliche.

La discussione si è animata nei gruppi. Il dibattito è stato molto fecondo di spunti e idee che potrebbero essere sviluppate in futuro:

  • Sarebbe interessante creare una casa di accoglienza per i migranti di ritorno perché possano avere un accompagnamento nella fase di reinserimento sociale;
  • Bisognerebbe sviluppare dei programmi di migrazione circolare, regolare, canali nei quali i giovani possano immettersi e per i quali non debbano affrontare i rischi del viaggio clandestino;
  • Lo Stato senegalese dovrebbe migliorare la politica di creazione di posti di lavoro e regolamentare meglio “l’invasione” delle imprese straniere nel paese;
  • Sempre a seguito di progetti di creazione di lavoro, lo Stato dovrebbe anche garantire un accompagnamento dei giovani nella creazione d’impresa e nell’inserimento lavorativo;
  • La DIASPORA è un mezzo per il Paese di sviluppare alcune zone nelle quali lo Stato stesso avrebbe difficoltà. Al tempo stesso è un esempio per i giovani che sono invogliati  a partire per cercare il proprio avvenire e così poter contribuire allo sviluppo locale;
  • Migranti di ritorno: rinforzare l’accesso ai programmi per le persone comuni, agire sulle cause: mancanza d’informazioni, lentezza e complessità, elevata domanda oltre che sostenere i ritorni non organizzati
  • Rifugiati/richiedenti asilo: aumentare i plaidoyer sulla questione dei rifugiati, non solo attraverso le azioni che UNHCR fa, ma attraverso una responsabilità condivisa tra i diversi attori;
  • Lavorare sulla possibilità di trasferire lo status di rifugiato da un paese all’altro e che lo status possa, una volta approvato, accompagnare il rifugiato;
  • Necessità di creare un centro di accoglienza provvisorio per sostenere i migranti che arrivano in Senegal;
  • Giovani potenziali migranti: migliorare la qualità del lavoro degli uffici BAOS (Bureau d’Accueil d’Orientation et de Suivi de Sénégalais à l’Extérieur) in collaborazione con tutti i settori pertinenti. Creare una rete di organizzazioni che lavorino nel settore della migrazione.

Sono molte idee che i partecipanti e i relatori hanno potuto portare con sé e sulle quali la discussione rimane aperta.

Paola Schinelli, Coordinatore Regionale Africa Ovest del VIS

Share this post