Fumetto rotte viaggi in mare

"Non sono pericoloso, sono in pericolo" (un rifugiato)

I trafficanti non se ne preoccupano affatto perché sanno che nessuno verrà ritenuto responsabile per la morte di queste persone durante il viaggio” 1.
“L’attraversamento del deserto dal Sudan alla Libia è stato molto pericoloso. Avevamo soltanto una bottiglia di acqua a persona e quasi niente da mangiare. Eravamo tutti ammassati sullo stesso pick-up che viaggiava ad alta velocità. Alcune persone sono cadute, ma sono state lasciate lì. Ci sono voluti quattro giorni per attraversare il confine” 2.

L’ultimo tratto del viaggio è lo stesso per entrambe le rotte e prevede l’attraversamento del Mediterraneo dalle coste libiche all’Italia, in condizioni drammatiche a bordo di imbarcazioni gestite dai trafficanti.

“Eravamo 120 in una barca che poteva ospitare massimo 50 persone. Per 3 giorni non ho potuto sedermi né dormire. Poi, il 24 agosto, la barca ha iniziato ad affondare. Le persone hanno iniziato ad agitarsi e a buttarsi in mare, anche se non sapevano nuotare. Altri prendevano le taniche di benzina e le buttavano in mare, usandole per restare a galla. Ma la benzina è acida, così molti di noi si sono ustionati. Ho visto 12 persone morire in mare, incluso un mio amico. Avevamo fatto il viaggio insieme dal Mali e lui è morto davanti ai miei occhi” 3.

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1 Rapporto MEDU “FUGGIRE O MORIRE - Rotte migratorie
dai paesi sub-sahariani verso l’Europa”
2 Ibidem
3 Ibidem

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