Ascoltare, imparare, accompagnare: ecco cosa significa cooperazione

Senegal orientale, Tambacounda, Goudiry. Kayes, le terre del Mali. Cinquanta gradi all’ombra. Elisa e Michel, i nostri operatori VIS, hanno trascorso così l’ultima settimana.

Tanti gli incontri, tanto il lavoro da fare. Ma, soprattutto, tanto su cui riflettere. E tanto da imparare.

“Viene naturale fare alcune riflessioni dopo una settimana così: che cos'è la cooperazione, che cos'è lo sviluppo? Non si può avere la pretesa di dare una risposta univoca a questa domanda, ma si possono fare alcune osservazioni dal campo e contribuire a rispondere a queste domande, partendo da quello che la cooperazione e lo sviluppo non sono.

Cooperazione non è spostare soldi da dove ci sono a dove non ci sono. E cooperazione non è nemmeno aiutare chi si pensa ne abbia bisogno. Sviluppo non può essere un semplice esercizio di copia-incolla. Sviluppo, soprattutto, non significa imporre un modello predefinito.

Spesso gli operatori del settore, giovani o meno giovani, convinti di essere una necessità, si lanciano all’avventura in paesi esotici, a volte anche con sincera dedizione, ma soprattutto con tanta ingenuità.

Dimenticano, a volte, che in questi luoghi, detti "in via di sviluppo", la conoscenza o le competenze in realtà non mancano; molti locali si sono stati formati nelle scuole e nelle università occidentali. Quello che manca, invece, è la corrispondenza tra azione e bisogno.

Manca la conoscenza profonda del posto; una conoscenza priva di ogni pregiudizio e quindi svuotata da ogni paragone culturale, una conoscenza legata semplicemente ai fatti, alla realtà dell'altro, un altro che sicuramente è diverso, ma non per questo sbagliato.

Cooperazione e sviluppo, secondo noi, secondo il VIS, sono l’andare incontro agli altri e accompagnargli solo se necessario. Ascoltare, imparare da loro.  Sono un appuntamento, sono dare e ricevere dove non ci sono relazioni verticali, ma un rapporto orizzontale e aperto di condivisione. Sono strade da percorre insieme, quelle della cooperazione e dello sviluppo. E alla fine del percorso, ognuno porterà con sé, volutamente, un pezzo dell'altro: quello buono!

Lo abbiamo sperimentato in questi giorni, tra il Senegal e il Mali, lavorando a stretto contatto con ogni dimensione della società (autorità governative, locali, religiose, tradizionali, società civile).

Ci siamo impegnati ad ascoltare, proporre, dibattere. In questo processo di sviluppo, noi vogliamo essere dei facilitatori, degli accompagnatori; il nostro compito è di assicurarci che soldi e risorse non vadano a soddisfare la volontà, i sogni o i bisogni di benefattori, ma delle popolazioni.

Ci hanno ripetuto in questi giorni che “non dobbiamo fare quello che pensiamo essere bene per le persone, ma accompagnarli in quello che già fanno, aiutarli semplicemente a farlo meglio”.

E’ con queste preziose parole e con la benedizione del vescovo di Kayes (che ci ha deliziosamente ospitati per due giorni), che abbiamo lasciato il Mali. Le custodiremo preziosamente nella nostra testa e nel nostro cuore, e le porteremo con noi in Senegal, dove, tanto per cambiare, ci aspettano 47 gradi. Essere un cooperante è anche questo!”

 

Michel Metanmo, operatore VIS in Senegal

Share this post